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- La sessualità, sia per l'handicappato sia per la persona normale, non è da considerarsi come aspetto a sé stante, ma è parte fondamentale dello sviluppo della personalità. L'OMS la definisce come "un'integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali dell'individuo sessuato in modo da arrivare ad un arricchimento e ad una realizzazione della personalità umana, della comunicazione e dell'amore.
La sessualità è relazione: è la comunicazione più profonda ed integrale, privilegiata e totalizzante. È un'istanza che sottende e sospinge fin dall'inizio la maturazione della persona.Coinvolge sensi, fantasia, sentimenti, dialogo, corporeità, capacità progettuale. La base più profonda e normale è l'affettività, l'amore.
- Un buono sviluppo sessuale dipende fondamentalmente dai rapporti continuativi e significativi che la persona in evoluzione ha con entrambi i genitori; da come vivono i genitori la loro sessualità, dall'accettazione positiva del proprio corpo; dalla capacità di relazionarsi positivamente con gli altri; dalle esperienze individuali di ciascuno (volute o comunque vissute); dalla vitalità e gioia di vivere.
Anche l'informazione sessuale (modalità, problemi, tabù, responsabilità) ha un valore educativo. Oltre al contenuto dell'informazione, vale anche il "come"si viene informati.
- Come sempre, quando si parla di handicappati, bisogna distinguere età, tipologia e gravità dell'handicap. Bisogna analizzare ogni caso in modo specifico.
In genere però la sessualità per l'handicappato è spesso un "handicap nell'handicap", in quanto ciò che è alla base di una buona crescita affettivo/sessuale (vedi punto 2) è per il portatore di handicap spesso compromesso.
- Lo sviluppo affettivo/sessuale della persona portatrice di handicap è anche reso più difficile per alcuni pregiudizi e comportamenti errati:
- Stereotipi e pregiudizi
- L'handicappato è "assessuato". Le sue manifestazioni affettivo/sessuali vengono viste come infantili; grottesche, ridicole, suscitano compassione.
- L'handicappato è "ipersessuato": è senza inibizioni, perciò crea paura e angoscia del futuro che porta spesso all'isolamento e all'iperprotezione.
- Errori Comuni
- Da parte dei genitori, specialisti e educatori: vivere il problema come proiezione dei propri bisogni e delle proprie ideologie, non valutando le reali esigenze del soggetto.
(Spesso lo sviluppo non è armonico e, ancor più spesso, non è completo); rimuovere il diritto del portatore di handicap ad una sana educazione affettivo/sessuale
- Da parte di tutti: non rispettare l'intimità emotiva della persona handicappata, i suoi piccoli progetti, i suoi sogni; creare situazioni ambigue e non corrette (pietismo, finzioni, infantilismo ed affettuosità esagerata, illusioni, provocazioni, ambivalenze e insicurezze operative, ecc).
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